Archive for the ‘Ristoranti’ Category

Recensione ristorante: Il Babbà

mercoledì, Dicembre 10th, 2008

Il ristorante pizzeria Il Babbà, a Vetralla (VT), è un posto che merita il viaggio. Se poi ci si organizza per andare anche alla sagra dell’olio nuovo, meglio ancora!
Finalmente lo recensisco dopo aver provato, oltre alle meravigliose pizze, le ricette di cucina napoletana.
Lascio parlare le immagini.
Involtini di melanzane:
Il babbà / Involtini di melanzane
Fagioli alla Mastu Pepp:
Il babbà / Fagioli alla Mastu Pepp
Insalata di polpo:
Il babbà / Insalata di polpo
Ceci alla CCC (comm cazz coce):
Ceci alla CCC
Crocchè:
Crocchè
Paccheri patate e provola:
Il babbà / Paccheri patate e provola
Maccheroni gratinati:
Il babbà / Maccheroni gratinati
Pizza fritta:
Pizza fritta
Pizza del Lazio:
Pizza del Lazio
Pizza Emanuela:
Pizza Emanuela

Recensione pizzeria Fratelli La Bufala

giovedì, Gennaio 11th, 2007

Segnalo questa mia recensione sul blog Con le gambe sotto la tavola.

Il pranzo di Natale 2006

mercoledì, Gennaio 10th, 2007

Il pranzo di Natale 2006
Probabilmente sto diventando troppo rompicazzo attenta alla qualità del cibo. Ma a dire la verità se mi confronto con certi amici ancora più talebani, io sono quasi una pecora nera. Diciamo che sto nel mezzo. Insomma se una sera mi va di farmi la minestrina con il dado (magari senza glutammato né lievito) e poi magari ci voglio spiaccicare dentro un formaggino (magari senza polifosfati), lo faccio senza troppi sensi di colpa, ecco, e mi piace pure.
Però se mi dicono che quest’anno per Natale (anzi lo scorso anno) è meglio andare al ristorante, beh, cavoli a Natale voglio essere coccolata in un certo modo. Non chiedo troppo, tranne che:
l’insalata di mare non sia magari riciclata dalla vigilia precedente;
– il prosciutto tagliato a mano sia privato di cotenna, prima;
– la lasagna non venga affogata di besciamella;
– i tortellini non sappiano troppo di noce moscata (eppure l’adoro, ma era troppa);
l’abbacchio non sia tristemente freddo;
– le patate al forno non vengano lessate prima di metterle in forno.
Ecco, giusto queste cosine qui.
Non dirò il nome del ristorante: credo che a Natale sia difficile avere un trattamento adeguato, a meno di andare in posti lussuosi.
La mia iniziale perplessità verso il ristorante è stata confermata dalla impossibilità di parlare con tutti i parenti (tavolo stretto e lungo), dal brusìo e dal riscaldamento praticamente assente. Unica nota positiva: abbiamo trovato subito parcheggio 🙂
Ne passerà del tempo prima che mi faccia di nuovo convincere ad andare a festeggiare il Natale al ristorante…

La cena da Candido

lunedì, Dicembre 18th, 2006

Così giusto per far rosicare certe persone che non si decidono a tornare a Roma…
Pasta e fagioli di CandidoGricia di CandidoCoratella coi carciofi di CandidoPolpettone con patate di Candido
… ecco che cosa vi perdete, tra l’altro 🙂

Sono io ad essere diventata troppo esigente?

lunedì, Ottobre 23rd, 2006

Non starò qui a dire il nome del ristorante, darò una serie di indizi per capire di cosa si parla.
Qualche giorno fa, in ufficio ho deciso di andare a mangiare in un posto diverso dai soliti kebabbaro e cinese.
Un posto un po’ più caro e per questo poco frequentato da noi poveri dipendenti/cococo/cocopro etc. Però il presidente ci va tutti i giorni. Lui può. Però mi fa tenerezza perché mangia spesso da solo. Vabbè, avrà i suoi motivi.
Decido di andare con G. e S., che non vedo spesso, perché non lavoro strettamente con loro.
Ci sediamo, guardiamo il menu. Io entusiasta dico “uh, ci sono le polpettine di vitello con salsa al curry su letto di riso pilaf, l’altra volta erano buone!”. Così, contagiati dal mio entusiasmo, prendiamo 3 porzioni di questo piatto. Più una bottiglia d’acqua naturale. A temperatura ambiente, per favore -chiedo io- visto che stavo congelando dal freddo.
L’acqua arriva davvero a temperatura ambiente. Bene.
Il piatto con le polpette, invece, faceva pena.
Iniziamo con le polpette: erano dure. Ma come, non era vitello? E come cappero facevano a essere così dure? Poi, erano appena 5. Di numero. E di diametro di molto inferiore al normale.
La salsa era giusta soltanto per consistenza e abbondanza. Per il resto sapeva appena di curry, e il colore giallino tendente al fluorescente non mi convinceva molto.
Ma la mazzata definitiva l’ha data il riso. Posso essere d’accordo che un ristorante usi riso parboiled, perché tiene la cottura. Anche se io me ne accorgo immediatamente: quell’odore tipico da riso flora o riso gallo non mi sfugge. Ma, dicevo, posso anche essere d’accordo che mi usi il parboiled. Ma allora… visto che è parboiled… perché cazzo me lo porti a tavola semicrudo???
Dopo questa ultima avventura, il ristorante in questione è definitivamente eliminato dalla lista dei posti che frequenterò a pranzo in zona Piazza Euclide.
A volte mi domando se non sono io a essere diventata troppo esigente. Ma se penso che il piatto in questione è costato 12,50 euro, beh no, cazzarola, non mi stai dando un servizio all’altezza di quanto ti fai pagare.